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 In Occasione Delle Celebrazioni Nazionali Per Il Centenario Del  Milite Ignoto E' Stata Organizzata Una Giornata Di Didattica Speciale Nel Corso Della Quale E' Stato Proiettato Il Documentario Rai "La Scelta Di Maria"   E Successivamente E' Stato Avviato Un Momento    Di Dibattito Moderato Dalla Prof.Ssa Lombardo E Dal Prof. De Filippi

  

IL MILITE IGNOTO: PATRIA E MEMORIA

La valorizzazione degli anniversari nazionali e della dimensione partecipativa delle nuove generazioni oggi risulta essere un elemento fondamentale nella sensibilizzazione al concetto di patria, concetto inteso come punto d’arrivo di un percorso di conoscenza, riflessione e consapevolezza sui valori dell’identità nazionale. Valori riconosciuti, ad esempio, nel sacrificio di un anonimo combattente quale è stato il milite ignoto, emblema di patria e memoria. La salma di un soldato senza identità caduto in guerra che diventava il simbolo di tutti i soldati italiani che, partiti per la guerra, non fecero più ritorno nemmeno come spoglie da potere seppellire e commemorare. In tal senso il sacello dell’altare della Patria divenne un luogo non solo di memoria ma anche di costituzione della identità nazionale, identità fatta del sacrificio e dell’eroismo speso per la difesa della patria anche in via anonima. Innumerevoli esempi di partecipazione attiva e responsabile alla cittadinanza e della memoria intesa come testimonianza per un impegno attuale e futuro nella convivenza pacifica tra i popoli. Conoscere la storia, quindi, anche per avere consapevolezza della memoria, memoria che oggi necessita di aprirsi anche ai temi contemporanei del valore della nazione, della convivenza civile, del doloroso passato di guerra ma anche, e soprattutto, dell’impegno quotidiano nel costruire la pace. Oggi il valore della patria va inteso come collettività attraverso il sacrificio del singolo e proprio in tale quadro il paradigma espresso nella figura del milite ignoto si ricollega fortemente all’impegno di ogni singolo cittadino che, a causa dell’emergenza pandemica, ha contribuito e può ancora contribuire ogni giorno a sostenere la collettività. La memoria della perdita e del lutto, ieri come oggi, come parte di una coscienza civile nazionale che lo riconosce quale simbolo di pace e di civiltà. E proprio nelle lettere, che vengono scritte copiose in tanti periodi di difficoltà, spesso riconosciamo il valore ed il senso dell’impegno comune che il popolo italiano riesce a dare nel momento del bisogno. Il valore della parola, spesso l’ultima parola proferita, simbolo ed emblema dell’identità nazionale e dell’attaccamento alla propria patria. Il primo conflitto mondiale ha visto tante parole scritte e tante lettere inviate, al pari di quante ne abbiamo viste scritte durante la pandemia. Con un’unica differenza però, e cioè che spesso le lettere non le scrivevano i figli ai genitori ma i genitori ai figli. Lettere in cui si ricordava di credere sempre alla memoria e di onorarla per creare un futuro diverso, di pace ieri, di serenità oggi. E proprio come accadeva durante il primo conflitto mondiale le lettere arrivavano quando, ormai, era troppo tardi ma paradossalmente quel ritardo le faceva diventare simboli immortali.

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